Intervista a … Chiara Fattori

 by Solindue

Secondo i più recenti dati dell’AIE (http://www.aie.it/), i lettori italiani di almeno un libro  sono circa 24 milioni (il 40% dei nostri connazionali).

Poco meno della metà il 47,7% non legge più di tre libri l’anno, solo il 13,2% ne legge almeno uno al mese.

In altri termini il 60% degli italiani non legge neppure un libro all’anno.

Si legge molto più al Nord che al Sud. Si vendono (e comprano) libri soprattutto a Milano e Roma: Lombardia (31%) e Lazio (16,7%) fanno da soli in pratica la metà del mercato libraio del paese (47,7%).

Intermezzi … casa editrice nata nel 2007 dall’unione fortunata di tre giovani amici: Manuele Vannucci,  laureato in scienze della comunicazione; Attilio Scullari, laureato in scienze della comunicazione e Chiara Fattori laureata in lettere e da sempre amante della lettura.

E’ Chiara che dirige la redazione, lei che  legge i manoscritti, sceglie i libri da pubblicare, contatta gli autori, fa l’editing e la correzione delle bozze e risponde alla mia intervista 

Tre anni e nove libri all’attivo. Quanto è difficile trovare un libro”diverso” e su cui voler puntare i propri sforzi?

È molto difficile, soprattutto per chi si occupa di narrativa. Tanti scrivono narrativa in Italia, e molti scrivono bene, ma è raro che le storie siano raccontate in modo da interessare e coinvolgere. La maggior parte dei manoscritti che ci arrivano sono purtroppo banali, piatti e privi di emozioni, scritti senza vera ispirazione o senza abbastanza tecnica. Si tende a pensare che siccome impariamo tutti a scrivere da bambini, tutti si possa poi essere scrittori, invece in pochissimi possono permetterselo: ci vuole molto talento e anche molto lavoro.

Quanti manoscritti ricevete al mese?

Al momento circa settanta.

Sei pubblicazioni sono di autori maschi. Ma scrivono più gli uomini o scrivono meglio di noi donne troppo sentimentali ?

Dei manoscritti che arrivano in redazione circa tre quarti sono di autori uomini, ma con questo non credo che gli uomini scrivano di più e soprattutto che scrivano meglio. Credo che le donne siano più critiche con se stesse, più concrete e meno portate a farsi illusioni sulle proprie capacità.

Il libro “Gente di Mumbai” è un libro di una scrittrice esordiente indiana Munmun Ghosh. Davvero un libro particolare sia per trama che per modalità di scrittura. Come lo avete “scovato”?

Uno dei miei due soci, Manuele, è stato per un periodo a Mumbai e lì ha conosciuto Munmun. Il caso ha voluto che di lì a pochi mesi lei pubblicasse il suo libro in India e contemporaneamente Manuele, tornato in Italia, io e Attilio decidessimo di fondare la nostra casa editrice. Così chiedemmo a Munmun di avere in lettura il suo libro, ci piacque molto e decidemmo di farlo tradurre.

Le recenti indagini di marketing dividono i lettori in due tipologie fondamentali: gli innovatori, ovvero i curiosi, fan di un autore, gli appassionati di un genere, informati e consapevoli, che comprano il libro per ragioni intrinseche; e gli imitatori, che seguono l’esempio (e i consigli) degli innovatori, e acquistano soprattutto in base a motivazioni sociali.

Personalmente mi considero una lettrice forte, e scelgo i miei libri sia per autore sia per imitazione, ma più spesso come molti, per caso perché attratta dal titolo, dalla copertina e da quel quid “esteriore” che stimola la mia curiosità. Quanto è importante per voi la scelta dell’esterno rispetto al contenuto libro?

Chiaramente la copertina e la quarta di copertina giocano un ruolo importante. Il lettore viene attratto prima di tutto da una determinata immagine, da un titolo e successivamente da una descrizione accattivante. Ma quando si parla di piccola editoria credo sia molto più importante il contenuto, la qualità del testo, perché non potendo godere di una distribuzione capillare e di una esposizione importante, si può sperare soprattutto nel passaparola tra lettori e questo non potrà esserci mai se il libro non è bello.

Che armi usate per “lottare” contro i colossi editoriali per pubblicizzare e promuovere un vostro libro?

Cerchiamo di ritagliarci il nostro spazio, soprattutto sfruttando la rete, i contatti sul territorio, l’aiuto prezioso degli autori, partecipando alle fiere e ai festival.

Avete mai partecipato a premi letterari per opere inedite?

No.

Esiste nessun tipo di aiuto economico e finanziario dedicato al vostro settore?

No. Fino a poche settimane fa potevamo godere di una tariffa ridotta per le spedizioni di pieghi di libri e pacchi sul territorio nazionale, ma il 31 marzo è stata abolita con decreto intraministeriale. Possono capitare delle occasioni, dei bandi per la pubblicazione di singole opere, o per traduzioni, per esempio abbiamo partecipato a una iniziativa della Regione Toscana che si chiama MinimaliaWeb: un blog che raccoglie estratti di opere inedite di giovani autori toscani, tra i quali le case editrici che aderiscono possono scegliere un autore da pubblicare. Noi abbiamo così incontrato Daniele Pasquini e pubblicato il suo romanzo Io volevo Ringo Starr, ricevendo dalla Regione un piccolo aiuto in denaro. Altre regioni so che danno contributi per la partecipazione a fiere. Ma sono piccolissime cose e molto rare.

Avete contatti anche con agenzie letterarie?

Qualcuna ci ha contattato, sì, ma per il momento abbiamo soltanto rapporti diretti con gli autori.

Intermezzi  alla nascita aveva anche in progetto la pubblicazione di libri interculturali di prodotti multimediali non solo cartacei, c’è già qualcosa per il futuro prossimo?

Per il futuro prossimo abbiamo in programma di digitalizzare tutto il nostro catalogo: nei prossimi mesi saranno disponibili già i primi eBook, altri progetti in cantiere ci sarebbero ma per ora è troppo pesto per parlarne.

Un ultima domanda Chiara: se tu potessi essere il  personaggio principale di un libro, chi vorresti essere?

Forse, e banalmente, direi Don Chisciotte: poter guardare il mondo con gli occhi di un sognatore visionario e poterlo “distruggere con la fantasia” non sarebbe male, almeno per la durata di un libro.

E voi cari lettori, che personaggio scegliereste?

3 pensieri su “Intervista a … Chiara Fattori

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  3. Cara Sol’,
    io vorrei essere Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez, alias il Cavaliere inseistente di Italo Calvino.
    Non sarò mai come lui ed è per questo che il suo mito mi affascina.

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