L’opinione…

by Arthur

Indifferenza

L’indifferenza, male del secolo; forse lo è sempre stato, perché l’indifferenza colpisce chi non vuole essere coinvolto delle cose altrui.

E allora mi viene in mente un episodio di tanti anni fa di un’attualità sconcertante, tanto è frequente oggi nelle nostre città.
Ero in giro per il centro di Milano e sotto i portici del centralissimo Corso Vittorio Emanuele, scorgo un uomo sdraiato per terra che sembrava stesse male. Ero dall’altra parte del marciapiede e la cosa che più mi colpì fu innanzitutto la gente che gli passava vicino e che pur guardandolo, non accennava a fermarsi. Ho attraversato, mi sono chinato su di lui per chiedergli se stesse male o se avesse bisogno di qualcosa e, improvvisamente si formò un capannello di persone, dapprima un po’ in disparte e dopo, sempre più vicine, curiose, interessate.

Ecco, l’indifferenza è paura del coinvolgimento in cose che non ci appartengono, in cose che non ci toccano da vicino o forse paura delle sofferenze altrui, paura di non sapere cosa fare.

Coinvolgimento che è emozione, che vuol dire per una volta mettersi nei panni dell’altro e se soffre, soffrire di quella sofferenza e cercare il modo migliore per aiutarlo, ma tutto questo implica un’enorme considerazione della persona che ci sta accanto e poi, che perdita di tempo, direbbe qualcuno.

Ormai siamo schiavi dei nostri variopinti egoismi e l’altro ci interessa solo se non ci coinvolge troppo personalmente. E’ frequente sentire “lascia stare”, “di che t’impicci”, è frequente girarsi dall’altra parte per non vedere, tranne poi coinvolgersi in storie contorte di cronaca nera che ci propina la TV, in tutte le salse, senza trascurare neanche il più piccolo dei particolari.
Ma è una storia di altri, noi siamo solo spettatori protetti da un mobile di plastica.

Poi c’è l’indifferenza di chi non ascolta, l’indifferenza di chi non gl’importa nulla se tu ci sei oppure no, l’indifferenza se l’altro ha paura, se l’altro ha da mangiare, se l’altro ha una vita da vivere, l’indifferenza se si distrugge la natura, l’indifferenza su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, l’indifferenza che ti fa diventare vittima e al tempo stesso carnefice, un po’ come Grace, la protagonista di Dogville, nel bellissimo film di Lars von Trier, che usa una pietas oltre ogni limite per sopportare la vigliacca natura umana che la circonda.

Ho molto paura dell’indifferenza, perché se mai la dovessi provare, vorrebbe dire che ho smesso di provare emozioni.

by Arthur

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6 pensieri su “L’opinione…

  1. Non possiamo essere indifferenti. Io dinnanzi all’indifferenza ricordo sempre De Andrè quando diceva :”Anche se voi vi credete assolti siete per sempre coinvolti.” Un abbraccio, Fabio

  2. Direi che l’indifferenza è la stupida certezza di pensare che non avremo mai bisogno degli altri, di quegli altri che ignoriamo o non riteniamo degni del nostro aiuto o solo del nostro supporto. Indifferenza verso le persone e verso le cose. Come dici giustamente, rinunciare alla condivisione, al coinvolgimento, per non rischiare, per non scoprire parte di noi, per mancanza di coraggio, vivendo magari nella tranquillità del recinto come fanno le pecore, ma dimenticando la libertà del lupo selvatico che ha come recinto l’intera foresta. Ma sono fiducioso. Ci sono persone che possono stimolare ed abbattere quei muri di indifferenza e grazie a loro, molta gente si risveglia dal torpore e respira a pieni polmoni l’emozione della partecipazione, dell’esserci, sporcandosi le mani ed alzando la voce per farsi sentire.
    Ciao

  3. Arthur hai scritto un bellissimo articolo…
    Io spesso frequento Milano e appena esco dalla stazione ho l’indifferenza sotto gli occhi ovunque mi giri c’è… le prime volte ho fatto fatica ad accettare la cosa.. era come entrare in un mondo diverso dal mio… ora con gli anni mi accorgo di non prestare più molta attenzione ai comportamenti che vedo intorno a me.. forse perché voglio “sbrigare” le mie commissioni e allontanarmi il più presto possibile da quel mondo che sento non appartenermi…

    a volte si è indifferenti perché pensiamo di non essere “capaci” di affrontare la situazione o semplicemente pensiamo che dopo di noi arriverà qualcuno che senz’altro sarà in grado di occuparsi della “faccenda” molto meglio di come potremmo fare noi…

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